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A settembre il terremoto ritorna, portando con sé dolore e ancora distruzione. Pochi mesi dopo si riapre una ferita che non ha nemmeno iniziato a cicatrizzarsi. Sono cinque i giorni interminabili di sciame sismico, dall’11 al 15 settembre, a distruzione si aggiunge distruzione.

foto: Giorgio Lotti

Questa volta sono scosse che abbattono ogni speranza, stroncano la volontà degli uomini e gettano nello sgomento il popolo delle tende. 

Il Friuli si trova in una situazione ancora più complessa di quella di maggio.

Tutto il grandissimo lavoro svolto per riparare i danni è vanificato.

Questa nuova crisi sismica, così severa e violenta, ha avuto un effetto drammatico sulla popolazione.  La situazione è molto seria, il Governo invia nuovamente il Commissario Straordinario Zamberletti, con pieni poteri.

In pochissimi giorni oltre 40mila persone vengono trasferite dalle zone terremotate verso le località sulla costa: Grado, Lignano, Bibione, Jesolo, Caorle e la località montana di Ravascletto. 

La prima preoccupazione è quella di mantenere unite le singole comunità anche nei luoghi di nuova destinazione. 

foto: Giorgio Lotti

E’ un vero e proprio esodo. Vengono attivati collegamenti diretti fra le località di accoglienza e quelle di provenienza con autobus che ogni giorno trasportano migliaia di persone costrette ad un logorante pendolarismo.

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