Laboratorio documentale

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Il Laboratorio Documentale di Tiere Motus è il cuore pulsante della struttura museale.

Il Laboratorio ha come istanza fondativa quella di raccogliere, sistematizzare e interrogare il materiale documentale storico, a partire da quello che ha riguardato l’esperienza del terremoto friulano del 1976.

Tiere Motus arricchisce il Laboratorio nel suo ruolo di conservazione e valorizzazione delle testimonianze e dell’esperienza maturata fino a qui. Si propone come occasione di confronto e di verifica per far sì che i terremoti, al di là di dove avvengano, non continuino ad essere “storie a sé”.
Ogni terremoto infatti costituisce una esperienza che lascia un ricco e complesso materiale documentale che rischia, ancora oggi, di essere disperso unitamente all’esperienza che rappresenta.

Negli anni Tiere Motus e il relativo Laboratorio di documentazione ha maturato tantissime collaborazioni e ha accolto altrettanti studiosi diventando esso stesso perno di una diffusa rete di contatti operativi con università, istituti e archivi, insieme ai quali sviluppa progetti di studio e di ricerca scientifica, divulgazione e condivisione. Questo ha contribuito a spingere Tiere Motus a sfide operative e culturali, ad aprirsi alla divulgazione ed educazione alla riduzione del rischio.
Certamente, Tiere Motus e il relativo laboratorio si portano dietro l’eredità del recente passato ma sono anche luoghi interculturali, dove i diversi saperi e anche le diverse discipline si incontrano.

Nel tempo lo straordinario patrimonio documentale è parte di un progetto di digitalizzazione, ancora in corso, il cui obiettivo non è tanto quello di raccoglierlo a sé, quanto quello di potere e sapere interrogarlo in maniera facile e intuitiva.
Insieme a Tiere Motus formano una struttura articolata e costituiscono riferimento sia per un sapere scientifico sia per un sapere non tecnico, rispondendo anche a necessità, sempre più attuali, di relazionarsi con funzionalità nuove e fruizioni diverse.
Da una parte le esigenze intergenerazionali che richiedono flessibili modalità di conoscenza e di comprensione di fatti lontani nel tempo, che investono comunque la quotidianità; dall’altro i bisogni nuovi che arrivano dal territorio, dove il legame con la memoria del passato non deve risultare un ostacolo, quanto una diversa opportunità di guardare al futuro.