Sala B

Un minuto; questo è il tempo che durò il terremoto. Il terremoto scuote il Friuli e cambia per sempre il suo volto.

La mattina del 7 maggio, si vedono solo macerie, si sentono urla, si corre affannosamente.
I soccorritori cercano sotto le macerie sperando di trovare ancora in vita qualcuno.
Si cercano di mettere in salvo più persone possibili.
I cumuli di macerie sono in equilibrio precario e ogni nuova scossa rischia di provocarne i crolli.
Nonostante questo i soccorritori, i vigili del fuoco, i civili accorsi in aiuto non si tirano indietro e continuano a scavare.
C’è lo smarrimento e il dolore sordo di avere perso tutto, ma si va avanti.
I soccorsi e gli aiuti sono arrivati subito.

La mattina del 7 maggio, si vedono solo macerie, si sentono urla, si corre affannosamente.
I soccorritori cercano sotto le macerie sperando di trovare ancora in vita qualcuno.
Si cercano di mettere in salvo più persone possibili.
I cumuli di macerie sono in equilibrio precario e ogni nuova scossa rischia di provocarne i crolli.
Nonostante questo i soccorritori, i vigili del fuoco, i civili accorsi in aiuto non si tirano indietro e continuano a scavare.
C’è lo smarrimento e il dolore sordo di avere perso tutto, ma si va avanti.
I soccorsi e gli aiuti sono arrivati subito.

La terra trema ancora e la paura di nuovi crolli cresce, ma la macchina dei soccorsi non si ferma.
I militari sono una presenza significativa in Friuli già prima del terremoto, si prodigano generosamente fino allo sfinimento per portare soccorso alla popolazione.

Le condizioni igieniche dei primi giorni sono drammatiche.
E’ necessario procedere con le disinfettazioni per evitare il pericolo di epidemie.

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